Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri - Ezra Pound

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La Banca Centrale, la moneta interna, la moneta esterna e chi finanzia chi

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La Banca Centrale, la moneta interna, la moneta esterna e chi finanzia chi

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Quando Mario Draghi parla si rivolge principalmente ai sui azionisti

La B.C.E. è molto esplicita al riguardo. Essa specifica sul suo sito in una nota risalente al 24/11/2015, aggiornata con le ultime “rivelazioni” al 20 giugno 2017, quanto segue:

La moneta emessa dalla Banca Centrale Europea, denominata “moneta esterna”, differisce da quella generata dalle banche commerciali, denominata “moneta interna”. La prima viene emessa per soddisfare la richiesta di liquidità da parte delle banche commerciali e, a detta di questa nota della B.C.E., “non rappresenta debito per nessuno”, mentre la seconda viene emessa dietro garanzia del credito privato.

Che non rappresenti debito per nessuno abbiamo dubbi. Infatti, che la moneta esterna non sia un debito per nessuno ci sembra improbabile, visto che essa ha come contropartita attività finanziarie (o passività di qualcuno) dalle quali peraltro la B.C.E. ricava gli utili, ovvio, salvo la parte storicamente coperta dalle riserve auree, che non sono debito di nessuno. In tal caso lascerebbe intendere che essa non viene emessa in conseguenza di un prestito, come la moneta interna, bensì come corrispettivo di un acquisto di attività finanziarie. In questo caso non c'è un debito diretto tra compratore e venditore, ma semplicemente la cessione di un debito di terzi, che comunque esisteva già prima.

La classica operazione a cui ci si riferisce è il tanto decantato Q.E., Quantitative Easing, operazione attraverso la quale le banche commerciali, per l'appunto, in cerca di liquidità, cedono i TDS detenuti.
Ma anche quando le stesse banche commerciali, dovendo liquidare le posizioni eventualmente debitorie di fine giornata nei confronti delle altre consorelle e non trovando credito tra le stesse, chiedono moneta a corso legale corrispondendo un prezzo d'uso proprio alla banca delle banche.

Tali prezzi d'uso rappresentano una parte del costo industriale sostenuto dall'impresa banca che, non dimentichiamolo mai, operando in regime di monopolio/oligopolio, non farà altro che recuperarlo innalzando tassi d'interesse e commissioni da applicare alla clientela.

Aggiunge la B.C.E.:
“La moneta interna invece è così denominata perché ha come contropartita il credito privato: se tutti i crediti detenuti dalle banche verso il settore privato fossero estinti, la moneta interna creata sarebbe annullata. Quindi, è una forma di moneta che viene creata, e può essere annullata, nel settore privato dell’economia”.

Mentre Banca d’Italia comunica che:
“L’unica forma di moneta legale –ossia dotata del potere di estinguere le obbligazioni in denaro è la moneta emessa dalla B.C.E., in quanto la sua creazione si basa su rigorose procedure che garantiscono la fiducia generale nella moneta e la stabilità del suo valore nel tempo”.

Quindi la B.C.E. rivolge le proprie attenzioni ed offre la “propria” liquidità solo alle banche commerciali, con buona pace di quelli che dicono che le Banche Centrali finanziano la spesa dello Stato, e anche dei famosi 250 miliardi di BTp.

La soluzione auritiana è l'unica percorribile e non può essere altrimenti. Tante volte abbiamo ascoltato il Professore di Guardiagrele ricordarci che non c'è un centesimo in circolazione se non perché qualcuno si è indebitato. L'indebitamento avviene sia che l'emissione monetaria riguardi la richiesta di un privato cittadino, sia che afferisca il finanziamento delle banche commerciali tramite la Banca Centrale. Il professor Auriti, alla fine di un percorso di studi e di ricerche durati circa quaranta anni, ha elaborato la "Teoria del valore indotto e della proprietà popolare della moneta", ed un disegno di legge che riconosca la proprietà popolare della moneta. Tutte le soluzioni che vengono paventate, lontane anni luce dall'unica soluzione percorribile, non fanno altro che aggravare la situazione e/o rimandarla alle generazioni future. Ecco perché sul sito istituzionale della B.C.E. possiamo trovare definizioni che, stante l'attuale sistema monetario, teoria del valore e concezione della moneta, piaccia o meno corrispondono a verità. In attesa che cambi qualcosa, che si squarci questo velo e la sindrome di Stoccolma che pervade le comunità.


22 Maggio 2018

Scuola di Studi Giuridici e Monetari “Giacinto Auriti”