Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri - Ezra Pound

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La moneta legale, la moneta scritturale e i giornalisti de Il Foglio.

 

 

 

Ovvero, per gli amanti del genere: Complotto, doppiocomplotto e controcomplotto.

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Oggi, 07 dicembre 2022, sul Foglio, Luciano Capone taccia di complottismo il prof. Giacinto Auriti, mischiando nel modo più becero le sue scoperte scientifiche in ambito giuridico, sociologico e filosofico con il peggio del cosiddetto complottismo che tanto fa comodo, giusto per buttarla in caciara, a chi non ha nemmeno letto un rigo delle sue trattazioni accademiche. In fondo, sullo stesso articolo del Foglio, non vi è nessuna argomentazione in contrapposizione alle tesi del professore di Guardiagrele. Prendiamo atto che adesso va di moda fare giornalismo a mo' di fact checker: "è così perché lo dico io".

Venendo invece ai fatti dobbiamo rilevare che Bankitalia ha rimosso una pagina dal proprio sito web, quello dedicato, appunto, a "L'economia per tutti" con la quale spiegava la differenza tra moneta scritturale e moneta legale (noi abbiamo conservato gli screenshot). Tra l'altro questo argomento era già stato affrontato e proprio traendo ispirazione dalle pubblicazione di Bankitalia, reperibili in diversi link, ad esempio (1) e (2).

Giusto per rinfrescare la memoria a chi già ha letto qualcosa del Prof. Auriti, ma soprattutto a chi non ha mai letto nulla della sua produzione accademica, a puro titolo esemplificativo e non esaustivo, ricordiamo che il percorso che ha portato il giurista di Guardiagrele alla formulazione della "Tesi del valore indotto e della proprietà popolare della moneta" trae spunto dall'osservazione dei comportamenti dell'essere umano nei confronti dello strumento monetario. Percorso durato oltre quarant'anni, riconoscendo allo strumento stesso un utilizzo universale prima ancora che venissero istituiti organi di emissione e regolarizzazione, che lui non rifiutava in quanto al Professore interessava che lo strumento fosse semplicemente disponibile quale facilitatore degli scambi.

La creazione della cosiddetta "moneta parallela" (il SIMEC, SIMbolo EConometrico) è servita solo ed unicamente per dimostrare il valore indotto generato dall'accettazione del simbolo, originando e definendo il valore monetario in capo al comportamento dell'accettatore e non in capo all'emittente. Giustamente, se universalmente il valore lo crea chi accetta il simbolo e non chi lo emette, la proprietà di quel bene deve essere di chi lo accetta, un po' come tutti gli altri beni riconosciuti universalmente protetti. Il valore monetario è dato dall'accettazione, ed è lo stesso per qualunque simbolo econometrico, che sia questo il Simec, il Sardex, la Sterlina, l'Euro, il Dollaro etc etc. Qualunque moneta ha valore per questa sola e nessun altra ragione: l'accettazione da parte del portatore. L'esperimento di Guardiagrele aveva questo unico scopo: quello di dimostrare esperienzialmente ed epistemologicamente la tesi scientifica del valore indotto. In ragione di ciò, per il Prof. Auriti era importante che il simbolo venisse riconosciuto come proprietà dei cittadini a prescindere dalla forma (cartacea o digitale) assunta da questo.

Relegare la questione monetaria alla semplice diatriba "evasione si evasione no" è quanto di più riduzionista occamico-manicheo possa escogitarsi al riguardo all'unico scopo di mantenere basso il livello del dibattito. Tacciare uno strumento di pericolosità è quanto di più sbagliato si possa fare. Come sempre siamo pervasi dalla cultura che vuole che il pericolo e gli sbagli non siano creati o commessi dagli uomini ma dagli strumenti che egli stesso inventa e quindi, anche lei, sig. Capone, cade nell'errore di deresponsabilizzare l'uomo responsabilizzando lo strumento. Se il cattivo è il contante, di contro non lo è l'uomo che evade. E se vale questo, creando il paradosso, il cattivo non è il killer ma lo strumento, e così via con tutti gli strumenti che possono svolgere sia una funzione benefica che malefica a seconda di come vengano adoperati, personificando in essi un comportamento umano.

Se poi volessimo soffermarci sul depauperamento progressivo che avviene dietro l'utilizzo della moneta elettronica (per intendersi quella che appare a tutti in modo esclusivamente lampante ma che rientra in quella parte di signoraggio che amiamo definire da spicci e banconote) la risposta è sì, certo, il depauperamento progressivo avviene. A prescindere da chi la paghi la commissione, comunque avviene un prelievo surrettizio che a livello macro diminuisce la quantità di moneta in circolazione a favore dell'emittente.

Ci siamo occupati anche di questo (3) scrivendo direttamente alla BCE che molto gentilmente ci ha risposto. Nella risposta ad una domanda ben precisa, la BCE ci rende noto “con riferimento alle Sue e-mail del 20 dicembre 2019 e del 28 gennaio 2020, desideriamo informarLa che le riserve create elettronicamente dalla BCE per l’acquisto delle attività, di cui alla nostra precedente e-mail, sono accreditate alle banche e alle altre controparti dell’Eurosistema che vendono le attività alla BCE. Una volta accreditate sui loro conti, tali riserve possono essere utilizzate dalle controparti per le loro finalità, compresi ovviamente gli eventuali pagamenti da effettuare nei confronti delle banche centrali dell’Eurosistema nonché di altre banche e controparti dell’Eurosistema che detengono conti presso le banche centrali dell’Eurosistema.”

Quindi a livello interbancario loro già utilizzano moneta (elettronica) a corso legale, detto per inciso utilizzano solo quella e tale moneta svolge le stesse funzioni della banconota. Quindi sì, anche la moneta elettronica emessa da BCE può essere ed è utilizzata in luogo della banconota a corso legale ma questo tipo di moneta digitalizzata non arriva alla platea dei cittadini europei. In buona sostanza la tecnologia c'è ed è "pronto impiego" ma Bankitalia e BCE preferiscono che i cittadini utilizzino i sistemi di pagamento rilasciati dalle banche commerciali e non la moneta a corso legale rilasciata da Banca Centrale. Per quale motivo? Se ne può discutere solo quando tutti conosceranno l'esistenza e soprattutto il significato di moneta a corso legale e soprattutto quando i giornalisti smetteranno di utilizzare il luogo comune a scopi politici.

Caro sig. Capone le auguro buona lettura della intera produzione scientifica del Professor Giacinto Auriti.

 

7/12/2022, per la Scuola Studi Giuridici e monetari "Giacinto Auriti", Dott. Massimiliano Scorrano.

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