Il Sole (24ore) si sveglia...ma poi tramonta subito
Il commento della settimana
di Gabriele De Rossi
Alberto Orioli scrive un articoletto in prima pagina che esordisce ,non male, almeno nelle intenzioni : il lavoro non riparte senza la crescita. Dopo aver scoperto l'acqua calda, cioè che i contratti a tempo indeterminato (1) sono in calo perché cala il beneficio fiscale nel 2016, conclude che la vera ripresa occupazionale non può prescindere da un rilancio dell'economia e da un aumento della produzione ( questo, in sostanza, significa la crescita).
Le maestose previsioni governative per il 2016 , ben oltre l'uno per cento, vedono i realtà il pil del primo trimestre oscillare tra un + 0,1 e un +0,3% "portando una correzione al ribasso del 1,3%" : e' bastato un leggerissimo rialzo del costo del petrolio insieme ad un lieve rinforzo dell'euro e stop crescita. Il tasso di disoccupazione risale all'11,7% ma pare che in realtà per i giovani, da 15 a 24 anni sia diminuito, che bello! Ammesso che cio' sia vero (2) possiamo immaginare con quali lauti salari e con quali garanzie di stabilità del posto di lavoro ....
Intanto, ci informa Orioli, la produzione industriale che a gennaio registrava un + 1,9% a febbraio sprofonda a meno 1% ... Quindi suggerisce una campagna di investimenti pubblici e privati. Bravissimo ! notiamo però :
1. In situazione di crisi come quella tragica che affrontiamo proprio noi, sanno anche i beoti che gli investimenti privati hanno carattere predatorio/ affaristico e non sono certo preordinati a creare nuova occupazione. Si compra con l'idea di acquisire i brevetti e/o gli impianti dei rivali, selezionare la manodopera migliore, per poi chiudere tutto eliminando la concorrenza e traslocare dopo aver creato massacro sociale a mani basse. Lasciando la patata bollente in mano al governo. In ogni caso i redditi percepiti vanno all'estero : investimenti veri qui da noi, cioe' con una vera espansione produttiva e quindi occupazionale, ce li possiamo sognare, non fosse altro per il folle regime fiscale nazionale.
2. Altro discorso per gli investimenti pubblici, per i quali pendiamo dalle labbra di Bruxelles. Flessibilità o non flessibilità ?? This is the question... (3) Ce la daranno, con qualche titubanza, solo per indebitarci in funzione pro immigrati! Soldi che poi torneranno gran parte nella calda Africa o andranno ad ingrassare albergatori senza scrupoli che crediamo tra non molto resteranno gli unici a votare ancora PD. Ma il punto cruciale non è questo : in una situazione di moneta eccessivamente forte ( cioè sopravvalutata rispetto alle altre valute) come l'euro, ogni aumento di liquidità ( che ricordiamoci equivale SEMPRE ad un'aumento di debito) si traduce in un aumento dell'import e non dell'export. Vuol dire saldo finanziario negativo: soldi che escono dall'Italia. In compenso però resta il debito.
Quindi blaterare di più spesa pubblica per avere più crescita, in questa situazione, cioè con l'euro in casa, e' una gran scemenza. Orioli sa benissimo infatti che le importazioni entrano nel calcolo del Pil col segno MENO.
Ed avere più debito vorrebbe dire imporre al popolo altre manovre aspira soldi quindi depressive e quindi ( ancora) molto propense a spingere in alto il rapporto debito / pil. In una infinita spirale al ribasso.
L'euro condanna alla depressione, alla stagnazione e alla deflazione. Non si scappa. checché ne dica Oscar Giannino .... Con in piu' l' aumento continuo del debito. Siamo attaccati alla bombola d'ossigeno chiamata " bassocostopetrolio" ma anche li' la pacchia finirà presto perché i Paesi produttori sono anche nostri mercati di sbocco per cui se incassano miserie per la vendita del petrolio ( agli ordini USA non si trasgredisce...), pagheranno miserie per il ns Made in italy, ammesso che non optino per il più conveniente Made in China. O per l'iperconveniente Made in Hanoi....
Buona ripresa a tutti.
Gabriele De Rossi
02/04/2016
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(1) che poi sono a tempo indeterminato finché il datore di lavoro non si determina a mandarti via a pedate, come molto acutamente stanno notando i lavoratori francesi, in rivolta davanti al l'ipotesi hollandiana di copiare quel "capolavoro" italiano chiamato job act...
(2) i miei dubbi nascono dal fatto che tradingeconomics porta per gennaio 2016 un dato della disoccupazione giovanile italiana che da dicembre 2015 pari al 38,7% arriva a gennaio 2016 ben al 39,3%... Che mi pare faccia + 0,6% ... I dati di febbraio e marzo non sono ancora disponili ma per portare in campo negativo una tal percentuale, dovrebbe essersi verificata a febb/ marzo 2016 una vera e propria campagna nazionale di assunzione in massa di ragazzi, il che non risulta agli atti ...
(3) inutile dire che in questa svitata UE la flessibilità ( cioè superamento del limite fatidico del 3% nel rapporto deficit / pil) funziona nel senso che chi vuole se la prende da solo, ma se la chiedi tu, per dartela ti massacrano di ordini e contrordini. Rivolgersi a Francia e Spagna per dettagli.