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Occupazione silenziosa con le AM-Lire, altro che sovranità

Scritto da Redazione.

La banda degli onesti

di Redazione ( 03/05/2016 )

Riguardo il concetto di “sovranità monetaria” regna molta confusione, cerchiamo insieme di fare chiarezza.

Il vocabolario dell’enciclopedia Treccani al termine “sovrano” ci restituisce la seguente definizione:

p.2a. “Riferito a un potere o un’autorità, che non ha altro potere o autorità da cui dipenda nell’ordinamento politico-giuridico di cui fa parte; quindi: stato s., nazione s., popolo s., che ha la sovranità”.

Sovrano dunque “che sta sopra”, che non è soggetto ad altrui poteri, ossia autonomo, indipendente.

La sovranità monetaria è il mezzo attraverso il quale una nazione dirige la propria politica monetaria. Dato lo strumento occorre stabilire CHI adoperi tale strumento ed è doveroso sottolineare la vitale importanza che la sovranità monetaria riveste per un paese.

La moneta non è “solo” lo strumento attraverso il quale dare vivacità economica al paese ma, altresì, un potente mezzo di controllo politico.

  • Il debito è asservimento” (David Graeber).

  • Un paese che non si indebita fa rabbia agli usurai” (Ezra Pound)

  • Datemi il controllo della moneta di una nazione e me ne infischio di chi fa le leggi (Rotschild)

  • Ci sono due modi per conquistare e sottomettere una nazione e il suo popolo. Uno è con la spada, l’altro è controllando il suo debito. (John Adams-Presidente Usa)

Va da sé, dunque, che un popolo che gode di sovranità monetaria conserva la libertà di non indebitarsi.

C’è qui da chiedersi se è vero, che prima del 1981 il popolo italiano godeva di questa libertà.

Per rispondere a tale quesito vogliamo ricordare per sommi capi quanto accadde nella notte tra il 9 e il 10 Luglio 1943 nel nostro paese.

Forse non tutti conoscono la storia delle AM-lire, la moneta d’occupazione americana. Stampate in un primo momento negli Stati Uniti d’America e poi anche in Italia, presentava vari tagli da 1 lira fino a 500 e 1000 lire[1].

Questa cartamoneta giunse inizialmente nel nostro Paese seguendo le truppe americane entrate nel territorio italiano con lo sbarco in Sicilia.

L’AMGOT, l’Allied Military Government of Occupied Territories (Governo militare alleato dei territori occupati), fu lo strumento con cui le forze alleate occuparono i territori e l’amministrazione di Austria, Germania, Giappone, Norvegia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Francia[2] e l’Italia, con le AM-lire, fu il primo Paese dove tale strumento venne utilizzato per sostituire la circolazione monetaria della Lira italiana, abolendone il corso forzoso, con la moneta d’occupazione distribuita dalle truppe alleate.

Fu così che un vero e proprio fiume di denaro invase il meridione senza alcun controllo né argine, portando in queste terre un indiscriminato aumento dei prezzi.

La conseguenza fu un duplice esproprio subito dai cittadini italiani, i quali vennero depredati del potere d’acquisto delle lire italiane e chiamati a farsi carico del debito scaturente dalla nuova valuta.

Pare che la prima “tiratura” fosse pari a circa 143 miliardi di AM-lire. La situazione era aggravata dalla fissazione di un cambio pari a 100 lire per dollaro americano e 400 lire per ogni sterlina inglese.

Ciò conferiva ai militari statunitensi un formidabile potere d’acquisto maturato a discapito della popolazione civile, la quale veniva risucchiata in un vortice di disperata miseria.

Ci racconta il Malaparte nel suo romanzo “La pelle” come, al domani dello sbarco alleato nella zona di Napoli, imperversassero tragiche condizioni di vita che spingevano giovani donne a vendere il proprio corpo ai militari americani per un dollaro.

Da questo turpe mercimonio, non erano esclusi neppure gli innocenti. Si stima che nel 1944 l’aumento del costo della vita giunse fino al 344,47%[3]. Per fare un esempio tra il 1945-1950 con un intero stipendio si potevano acquistare solo 15 kg di zucchero. Questa fu la ragione principale per la quale si ebbe un parziale ritorno al baratto e alla borsa nera.

Pare che con questa valuta gli americani acquistarono diversi possedimenti nella nostra penisola, tra cui la sede dell’ambasciata americana a Roma.

La storia della moneta d’occupazione americana terminò il 30 giugno 1950, quando con il D.M. 18.2.1950 venne ritirata dalla circolazione, terminandone il corso legale e addebitandone nel contempo il prezzo ai cittadini della neonata Repubblica.

E sì, perché le AM-lire non venivano attribuite al popolo da liberare come mezzo convenzionale, ovvero libere da debito, ma venivano addebitate in cambio di titoli di Stato italiani, come sancito dalla LEGGE 28 dicembre 1952, n. 3598

Ratifica, con modificazioni, del decreto legislativo 12 dicembre 1946, n. 441, concernente l'autorizzazione al Ministro per il tesoro a stipulare con la Banca d'Italia una convenzione per la esecuzione dell'Accordo monetario, in data 24 gennaio 1946, fra il Governo italiano ed il Governo Alleato”[4]

Qualcuno potrebbe obiettare che godevamo di sovranità monetaria in base all’assunto: “quando la banca d’emissione è pubblica, l’acquisto dei titoli di stato è una partita di giro, un debito verso sé stessi”.

Confutare questo assurdo è semplice:

Quando la banca è pubblica che motivo ha lo Stato di emettere titoli di debito per farli acquistare a sé stesso, quando potrebbe emettere moneta direttamente?

Se il debito è finto, perché pagarci gli interessi?

Se vi sono degli interessi allora quel debito non è assolutamente fittizio.

Non fatevi incantare da chi parla di DEBITO SOVRANO.

Il debito è un concetto astratto, esso non può essere sovrano rispetto a un popolo.

L’ Art.1 della Costituzione è la prima cosa che ricorda: “la sovranità appartiene al popolo”.

Il debito è uno strumento di asservimento, sempre!

Inoltre non è affatto vero che debitore e creditore sono la stessa persona perché debitore è lo Stato, creditore è la banca centrale e nessuna delle due "entità" è una persona.

E comunque i due soggetti erano ben distinti e separati già prima del 1981.

Ovvero, per capirci: tanto lo Stato quanto la banca sono “enti astratti di imputazione giuridica”, ove gli interessi del popolo NON vengono rappresentati.

L’astrazione giuridica è l’artifizio usato per evitare che il mantra del debito cada come un castello di sabbia.

Inoltre, se corrispondesse a verità l’assunto secondo il quale il nostro paese godeva di “Piena sovranità monetaria” almeno fino al 1981, l’emendamento discusso in assemblea costituente il 24 Ottobre del 1947 sarebbe stato approvato[5].

Esso infatti prevedeva “L’autorizzazione del parlamento a battere moneta”.

A quel punto avremmo pututo dire che gli Artt. 1, 47 e 117 della Costituzione sarebbero stati applicati e rispettati.

Perché, come soleva ricordare il Prof Giacinto Auriti, il contenuto della norma giuridica è duplice.

Essa prevede l’interesse giuridico da tutelare e il bene giuridico da tutelare. Se manca uno di questi contenuti la norma resta, come in effetti ora è, lettera morta.

Nel nostro caso se prevedi un diritto in astratto senza approntare gli strumenti che lo realizzino, è chiaro che l’impianto normativo diventa uno specchietto per allodole.

La ragione per cui chi detiene il potere politico di una nazione emette titoli di debito, obbligando il popolo a pagarne gli interessi, è solo una: il dominio, l’imperio sul popolo.

Semplicemente prima del 1981 il popolo italiano veniva chiamato a “sacrificare” una parte del valore da lui prodotto a una classe dirigente nazionale mentre ora è destinato a servire l’alta finanza internazionale che ha un appetito illimitato e, pertanto, una portata devastante.

Che sia una classe dirigente o un paese straniero, il debito è l’artifizio attraverso il quale arricchirsi dei valori che il popolo produce.

Per rafforzare la nostra tesi con una fonte ufficiale è sufficiente leggere quanto riportato sul sito bancaditalia.it, dove si legge:

L'accordo del 24 gennaio 1946 tra il Governo italiano e quello Alleato riconobbe alla Banca d'Italia la facoltà di emettere le Am-lire”, facoltà che risulta essere solo un’alternativa acciocché queste venissero prodotte negli USA[6].

Infatti, il decreto legislativo 12 dicembre 1946, n. 441, firmato dal capo provvisorio dello Stato De Nicola, sancisce all’Art.1:

Al fine di dare piena esecuzione all'Accordo monetario intervenuto tra il Governo Italiano e il Governo Alleato per l'unificazione, sotto l'autorità del Governo Italiano, della circolazione della Banca d'Italia e della moneta di occupazione alleata (AM-lire), il Ministro per il tesoro è autorizzato a stipulare con la Banca stessa, riconosciuta come l'autorità b emittente di detta moneta di occupazione, una convenzione per regolare i rapporti nascenti dalla detta unificazione, e dalla somministrazione, da parte della Banca d'Italia, alle Forze armate alleate, di biglietti propri e di crediti in lire e ciò a far tempo dal 1° febbraio 1946.”[7]

È qui evidente il rapporto di sudditanza, altro che sovranità.

Nella stessa pagina del sito bancaditalia.it si riporta il “caso Staderini”, tipografia privata incaricata di stampare cartamoneta, menzionando la mancata emissione dei biglietti da 500 e 1.000 lire tipo 1944, commissionata dalla Banca d’Italia quando Luigi Einaudi ne era governatore.

L’episodio è avvenuto in seguito all’arresto di due dipendenti dello stabilimento Staderini di Roma accusati di aver falsificato la produzione di moneta[8], che in quel periodo era a tutti gli effetti moneta di occupazione.

La vicenda ci ricorda la commedia italiana che riportava spaccati di vita italiana dell’epoca, con pellicole come “La banda degli onesti” e “la saggezza dei governatori delle banche centrali”.

Tutto ciò ci rammenta quanto soleva dire il Prof. Giacinto Auriti:

A noi non interessa che l’emissione avvenga da parte di un’organizzazione pubblica o privata, a noi interessa di chi sia la Proprietà della moneta”.

Cioè interessa che la produzione di moneta non avvenga contro debito e che la moneta non sia della tipografia ( pubblica o privata) ma del popolo

Di recente l’on. Paolo Ferrero, Ministro della solidarietà sociale del Governo Prodi II dal 17 maggio 2006 all'8 maggio 2008, segretario di Rifondazione Comunista dal 27 luglio 2008, ha dichiarato:

"Per questo noi proponiamo che la Banca Centrale sia pubblica e presti i soldi agli Stati“.

Prestiti, ovvero debito, debito e ancora debito, le provano tutte.

Ora tentano di confondere la gente paragonando goffamente e surrettiziamente la proprietà popolare della moneta con l’helicopter money di Milton Friedman.

Ma occorre tenere a mente che tra proprietà e possesso la differenza è sostanziale.

Ciò che davvero libererebbe i popoli dal martirio del debito è una corretta emissione monetaria.

Occorre cioè tenere distinto momento dell’emissione da quello della circolazione.

La moneta nasce come simbolo di costo nullo e assume valore SOLO quando inizia a circolare, inglobando potere d’acquisto.

Per questo motivo non ci stancheremo di chiedere la fine del capitalismo, partendo dalla radice del male.

Occorre cioè che ogni popolo sia riconosciuto proprietario della sua moneta e riacquisti la dovuta dignità.

 

Scritto da: Redazione - Scuola Studi Giuridici e Monetari “Giacinto Auriti”

(citare la fonte in caso di diffusione )

 

note

[1] Emissioni Banca D’Italia,

https://www.bancaditalia.it/servizi-cittadino/musei-collezioni/museo-banconota/emissioni/index.html#5, 05/2016.

[2] Les billets de banque de l'Amgot,

http://web.archive.org/web/20051112214405/http://www.memorial.fr/archives/collec_obj_hist_2.asp, 05/2016.

[3] Inflazione. Costo della vita nel corso di 140 anni, http://cronologia.leonardo.it/inflazio.htm, 05/2016.

[4] LEGGE 28 dicembre 1952, n. 3598,

http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario;jsessionid=mShVYmFl5h0PduZ8+B6GaQ__.ntc-as3-guri2a?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1953-01-20&atto.codiceRedazionale=052U3598&elenco30giorni=false, 05/2016.

[5] Sara Lapico, Scuola di studi giuridici e monetari Giacinto Auriti, La Costituente rifiutò di inserire la Sovranità Monetaria,

http://www.giacintoauriti.eu/notizie/131-la-costituente-rifiuto-di-inserire-la-sovranita-monetaria.html, 05/2016.

[6] Emissioni Banca D’Italia, op.cit., nota [1].

[7] DECRETO LEGISLATIVO DEL CAPO PROVVISORIO DELLO STATO 12 dicembre 1946, n. 441,

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1946/12/23/046U0441, 05/2016.

[8] Gianni Graziosi, Mille lire al mese, http://www.panorama-numismatico.com/wp-content/uploads/mille-lire.pdf, 05/2016.