Creare moneta dal nulla non è reato nè falso in bilancio
L'articolo di Lettera43 dal titolo “ Creare moneta dal nulla? E' reato e va perseguito ” ci impone di intervenire anticipatamente sulla questione della creazione di denaro dal nulla, sul perchè è assurdo credere che sia un reato e sull'assurdità del falso in bilancio all'atto della contabilizzazione nonché l'assurdità di pretendere che la moneta che rientri in banca, dopo la restituzione del prestito, venga tassata per la sua quota capitale.
Su questo argomento stiamo preparando un testo didattico per i corsisti della Scuola ma, in questo articolo, ve ne daremo un'anticipazione visto il diffondersi di una cattiva e pericolosa informazione sul tema. A quanto pare la propaganda si è messa in moto per far credere alla gente che a fronte dell'emissione di denaro debba esserci il corrispettivo quantitativo di moneta depositata. A chi giova questa propaganda? Ovviamente alle banche. Per il momento soffermiaci sull'articolo di Lettera43.
Che la banca crei denaro dal nulla è cosa conclamata. Che sia reato creare denaro dal nulla proprio no. Il fatto di poter prestare è una prerogativa concessa, anche in sede legislativa, agli Istituti esercenti il credito, e di questo ce ne dogliamo perchè dovrebbe essere lo Stato ( per nome e per conto dei cittadini proprietari della moneta) ad emetterla dal nulla. Noi sappiamo che il problema non è l’ipotetico falso in bilancio ma semplicemente se le banche possono prestare ciò che non è di loro proprietà. Sappiamo della convenzionalità e della natura intellettiva dello strumento monetario mentre, nel tentativo di trovare un appiglio per perseguirne un ipotetico reato, se ne fa una questione di assenza del denaro dalle disponibilità fisiche del sistema bancario, non conoscendo i meccanismi di annullamento della creazione. Come al solito ci si limita ad analizzare solo la fase di creazione dal nulla ignorando la fase di rientro della moneta creata. Essa viene creata nel momento stesso in cui l’uomo ne ravvede la necessità per la soddisfazione dei bisogni, personali e di impresa e sappiamo che i bisogni dell’uomo sono infiniti. Lo schema seguente, molto semplice, può aiutarci a comprendere come avviene, sia la fase di creazione che di annullamento della moneta.
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La Banca A al momento della sottoscrizione del contratto di fido o di mutuo o di finanziamento in genere, imputa all’attivo dello stato patrimoniale il valore dell’asset
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Stato Patrimoniale Banca A
Attivo
Passivo
100,00
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Simultaneamente la Banca A mette a disposizione la somma (creata dal nulla) imputando nel passivo l’importo erogato
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Stato Patrimoniale Banca A
Attivo
Passivo
100,00
100,00
A questo punto c’è pareggio di bilancio delle scritture contabili.
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Successivamente accade che il cliente utilizza l’importo messo a disposizione effettuando il pagamento versando sul c/c bancario della Banca B (il resto del sistema bancario)
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Stato Patrimoniale Banca A
Attivo
Passivo
100,00
100,00
- 100,00
-
Stato Patrimoniale Banca B
Attivo
Passivo
100,00
A questo punto la Banca A si ritroverà un attivo di 100,00 ed un passivo di 0. La Banca B avrà un passivo di 100,00 nei confronti del proprio cliente beneficiario di bonifico, o prenditore dell’assegno, del cliente della Banca A. Le Banche A e B andranno in compensazione delle rispettive posizioni. La Banca A provvederà a liquidare la propria posizione debitoria in contanti o con altro mezzo e la Banca B provvederà a registrare nel proprio attivo o la liquidazione pervenuta dalla Banca A o a registrare nell’attivo del proprio Stato patrimoniale l’asset del credito vantato nei confronti della Banca A.
Stato Patrimoniale Banca A |
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Attivo |
Passivo |
100,00 |
|
100,00 |
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|
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- 100,00
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|
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Stato patrimoniale Banca B
Attivo
Passivo
100,00
100,00
Da questi passaggi è chiaro che il flusso della moneta creata dal nulla non va a costituire nessun indebito arricchimento del sistema bancario.
Ora andiamo ad analizzare cosa accade al momento del reflusso, consistente nel pagamento delle rate del finanziamento, ipotizzando n. 4 rate da 25,00 oltre ad interessi di 2,00.
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Il Cliente dalla Banca A riceve dal sistema bancario (Banca B) il pagamento dei proventi della propria attività
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Stato Patrimoniale Banca B
Attivo
Passivo
100,00
100,00
27,00
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Stato Patrimoniale Banca A
Attivo
Passivo
100,00
100,00
100,00
100,00
27,00
La banca B si rende creditrice nei confronti del proprio cliente bonificando l’importo ed accreditandolo sul c/c del Cliente della Banca A; la Banca A registra l’importo ricevuto nel proprio passivo. La stessa tipologia di operazione si ripeterà per altre tre volte.
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Dopo che il cliente della Banca A avrà rimborsato tutte le rate, ammortizzando l’intero prestito, a livello contabile avremo la seguente situazione.
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Stato Patrimoniale Banca B
Attivo
Passivo
100,00
100,00
27,00
27,00
27,00
27,00
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Stato Patrimoniale Banca A
Attivo
Passivo
100,00
100,00
100,00
100,00
27,00
27,00
27,00
27,00
Il Cliente della Banca A, essendo stato capace di riscuotere tutti i proventi derivanti dalla propria attività dal cliente della Banca B, ha estinto il proprio finanziamento. La Banca A e la Banca B provvederanno a compensare le proprie posizioni con le stesse modalità evidenziate al punto 3)
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Stato Patrimoniale Banca B
Attivo
Passivo
100,00
100,00
27,00
27,00
27,00
27,00
108,00
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Stato Patrimoniale Banca A
Attivo
Passivo
100,00
100,00
100,00
100,00
27,00
27,00
27,00
27,00
108,00
Le operazioni evidenziate dimostrano che non vi è reflusso di moneta non allocata in modo corretto essendoci, in tutto il sistema bancario, perfetto pareggio delle operazioni poste in essere. Resta inteso che nella costruzione di un Bilancio, essendo lo stesso documento informativo, una fotografia ad un determinato istante dell’attività di impresa, esso può riportare momentanei disallineamenti nella fase di compensazione tra le banche coinvolte, che da lì a pochi istanti o giorni troverà il proprio bilanciamento ma che nel frattempo troverà allineamento valorizzando le voci, Debiti v/Altre Banche e Crediti v/Altre Banche, a seconda della posizione assunta in quel determinato istante dalla Banca A e la Banca B.
Ammesso e non concesso che si voglia tassare questo reflusso, considerandolo una plusvalenza (ma non lo è per altri motivi) bisogna ammettere che le banche in deficit debbano registrare la minusvalenza, essendo l'operazione, che genera il surplus per altre banche, esattamente il contrario. In sintesi, se una banca deve pagare le tasse per il surplus, ci sarà un'altra banca che non le dovrà pagare perchè sarà in deficit.
In tutto questo è certo un altro fattore. Nell’esempio addotto abbiamo simulato, e dato per scontato, che il Cliente della Banca A sia stato in grado di remunerare la propria attività, sia essa di impresa o di lavoro subordinato. Questo ha fatto si che riuscisse ad onorare gli impegni assunti con il proprio Istituto erogante. L’operazione, complessivamente, ha prodotto 8,00 di interessi passivi per il Cliente della Banca A ma comunque Ricavi per la Banca A. La forma monetaria dei predetti utili provengono dalla Banca B. Essendo tutta la moneta in circolazione emessa a debito, significa che ora l’esposizione del Cliente della Banca B è aumentata rispetto all’inizio di tutta l’operazione. Il Cliente della Banca B si trova nella condizione di dover finanziare anche gli ulteriori 8,00. Se questo non dovesse accadere la sua banca metterà in moto tutte le procedure per il recupero coatto che, se avrà esito positivo, produrrà il trasferimento dei beni reali dal Cliente della Banca B alla Banca B. Se dovesse avere esito negativo il credito vantato dalla Banca B verrà annoverato tra i crediti deteriorati. Tutto questo perché la moneta degli interessi non viene posta in circolazione e, per evitare il default, deve essere necessariamente rifinanziata.
Si ignora anche che la stessa moneta bancaria viene pacificamente utilizzata per pagare le imposte dello Stato. Infatti il bilancio della Banca d’Italia del 2014 (1) ci rendiconta sulla quantità di moneta legale emessa che risulta essere approssimativamente di 164 miliardi di euro a cui possiamo sommare all’incirca altri 28 miliardi di euro di riserve ed alcuni miliardi di euro in rifinanziamenti del sistema bancario e altre di moneta elettronica. Il totale della moneta legale, pertanto, si aggira sui 200 miliardi di euro. Un altro dato statistico, sempre emesso da Banca d’Italia (2) ci rende edotti che, per lo stesso periodo, la raccolta presso la clientela è stata di 1.701 miliardi di euro e che il sistema bancario italiano ha provveduto ad erogare finanziamenti per un totale di circa 1.820 miliardi di euro. Alla luce della lettura di questi semplici dati, la logica ci impone di fare una constatazione: la moneta in circolazione sul territorio nazionale non corrisponde a quella emessa dal solo sistema delle Banche Centrali Europee, quella a corso legale per intendersi, ma che tutto il sistema è alimentato da un altro tipo di moneta che ne certifica l’esistenza e la presenza, ossia quella della moneta bancaria. Le entrate dello Stato conseguenti al prelievo fiscale si aggirano intorno ai 418 miliardi di euro (3). Facendo le analisi del caso viene confermato il fatto che con una parte della creazione di moneta bancaria avvenga il pagamento delle imposte.
Rendere illegale la creazione della moneta è un pericolo sapendo infatti del carattere convenzionale e fiduciario alla base della stessa. Attualmente la popolazione mondiale è costretta ad utilizzare la moneta bancaria emessa a debito. A tal proposito cosi si è espresso in un convegno il Prof. Ezio Sciarra, sociologo. ".....in ogni caso, ad inizio, il bene materiale che sottende al concetto di moneta è interscambiabile. Quindi è fondamentalmente un prodotto immateriale mentale. Essendo un fatto mentale il concetto appartiene all'uomo. La moneta ha, quindi, caratteristiche convenzionali, basata sulla fiducia che si instaura tra le parti che decidono di regolarizzare la prestazione attraverso l'accettazione della stessa. Immaterialità dell'idea, convenzionalità e fiducia fanno sì che il concetto di proprietà della moneta appartenga al genere umano, a tutti.........e non al tipografo incaricato di stampare e mettere in circolazione.....La gente non crede in Dio perché dice: dubito la creazione dal nulla. Invece accetta la moneta creata dal nulla."
La moneta però acquisisce valore all'atto dell'accettazione e della messa in circolazione e, per le caratteristiche esposte dal Prof. Sciarra, sappiamo perfettamente che non potrà mai esserci uno stock di moneta se non quella che risiede nell’intelletto umano, a cui appartiene l’invenzione. Seppur dovessero esserci stock di moneta pronta per essere immessa nel circuito, essa non avrà valore fino a quando il bisogno dell’uomo non li richiederà.
Rendere illegale la creazione dal nulla significa rendere illegale la capacità intellettiva dell'uomo di concepire lo strumento monetario. In sostanza, ribaltando la prospettiva, è solo un caso che la creazione abbia incontrato il sistema bancario e non la moltitudine delle persone a cui appartiene il concetto.
Riteniamo pertanto che non debba essere perseguita penalmente la creazione dal nulla bensì l’utilizzo improprio , l'appropriazione indebita o furto, perché, ribadiamo, è prerogativa del proprietario prestare ed i proprietari della moneta all'atto della creazione siamo tutti noi.
Pertanto, finchè non faremo riconoscere per legge che la moneta sia dell'accettatore/portatore all'atto della creazione dal nulla, le banche continueranno ad agire indisturbate rubandoci ciò che è nostro in maniera legittimata
Massimiliano Scorrano - 13/06/2016
Bibliografia
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https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-annuale/2014/rel_2014.pdf
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https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/moneta-banche/2015-moneta/suppl_01_