Il disappunto dell'esogenista
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La verità è che è difficile accettare come la tesi sul valore indotto non abbia nulla a che vedere né con la teoria statalista knappiana, per cui il valore è dato dallo Stato, dall'hobbesiana, contrattualista finzione giuridica, e né con la tesi schumpeteriana, di derivazione aristotelica, per cui la moneta è merce oppure/ovvero credito convenzionale.
Queste due posizioni non sono affatto contrapposte. Infatti per entrambe il valore è dato dall'emittente.
La tesi sul valore indotto, e proprietà del portatore, non ha nulla a che fare nemmeno con la fiscalità monetaria poundiana, che già fu geselliana, che prevede un progressivo decumulo del valore del denaro a mezzo di una specifica imposizione fiscale. La qual cosa, dato che tassare così come prestare è prerogativa del proprietario, implica la proprietà giuridica e la facoltà di disporre dello stesso. Questo perché come per tutti gli altri anche per i sansepolcristi il valore è dato dall'emittente e dell'emittente è la proprietà giuridica. Accostare il distributismo poundiano alla tesi sulla proprietà popolare della moneta è dunque una speculazione di tipo ideologico, che piaccia o meno al riduzionismo sovranàr complottàro di cui siamo circondati, che proprio come la società popperiana tutta, a cui vorrebbe far credere di contrapporsi, continua cocciutamente e pedissequamente a confondere proprietà e possesso. Il sovranume ignora, che laddove per Gesell l'usura avviene nello scambio per la tesi sulla proprietà popolare invece avviene all'emissione, e come questa sia una differenza di tipo sostanziale anche se non gli piace e/o non gl'importa un accidente. Infatti, come con le categorie dell'essere, notoriamente ignorate anche da Lutero, come tra sostanza e accidente, come con la differenza ontologica tra essere ed ente, tra essere ed esistere, al riduzionista non interessa la differenza tra emissione e circolazione e pretende di relegare la tesi sul valore indotto al complottismo più beota, che tanto gli piace probabilmente perché è la sola cosa che davvero, riesce a concepire, ovvero, a cui intende ridurre la tesi sul valore indotto e sulla proprietà del portatore.
19 Giugno 2018
Giovanni Moretti
note
Immagine: Bond of Union, Maurits Cornelis Escher, 1956, Surrealismo, Litografia, 339mm x 253mm.
Wikiart: https://www.wikiart.org/en/m-c-escher/bond-of-union