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Viviamo in un sistema socialista ma la chiamano democrazia

Scritto da Redazione.

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Fra Diritto e Psicologia sussiste la stessa interdipendenza che corre tra le pareti di una membrana sicchè potremo dire che a una forma patologica della psiche corrisponde l'anormalità dell'ordinamento stesso della società. Così, mentre all diritto di proprietà del Diritto Romano corrisponde l'atteggiamento psicologico del " animus domini " , al diritto di proprietà dello Stato Socialista corrisponde l'atteggiamento psicologico di chi considera un patrimonio come se fosse senza proprietario, ovvero, "proprietario di sè stesso". Su questa opinione generale dell'uomo della strada vi è la speculazione del "malcostume politico" poichè è chiaro che patrimonio senza proprietario non esiste e , pertanto, il patrimonio è di due categorie di persone: o è dei cittadini o è dei governanti , ma non dello Stato inteso come pura astrazione. E' tempo che ci rendiamo conto che i fantasmi giuridici non esistono nemmeno nel campo del Diritto. Di qui l'assurdo di un "socialismo democratico", come vorrebbe farci intendere l'Europa. Una volta dimostrato che nel sistema socialista si determina la coincidenza del potere politico e potere patrimoniale nelle stesse mani, pretendere " l'elezione democratica " in un siffatto governo sarebbe come pretendere che taluno acconsentisse a far eleggere ogni tanto il proprietario di casa propria. Anche se di fatto le ricchezze prodotte dallo Stato vengono distribuite fra i cittadini, non è il cittadino ad essere proprietario di questo patrimonio. Infatti, la distribuzione dei beni e dei redditi non avviene in questo sistema mediante un diritto soggettivo riconosciuto al cittadino , ma mediante la benevola concessione dall'alto da parte di chi detiene il potere politico. Non si può affermare che un cavallo sia proprietario del foraggio perchè l'unico vero proprietario, sia del cavallo che del foraggio, è l'allevatore. Però possiamo affermare che taluno è proprietario di un tozzo di pane quando , oltre ad averlo, ha il Diritto di pretenderlo e rivendicarlo nei confronti di tutti.

Se dovessimo definire le caratteristiche differenziali dell'intervento nell'economia dello Stato di Diritto rispetto a quello Socialista dovremmo affermare che esse consisterebbero nel fatto che , mentre nello Stato Socialista il godimento delle ricchezze prodotte avvienemediante l'esercizio di un potere discrezionale da parte del poteere politico, nel Sistema dello Stato di Diritto deve essere dato al cittadino sia il diritto di godimento dei beni e sia il diritto di pretenderlo nei confronti del potere della produzione economica mediante degli adeguati mezzi di tutela giuridica riconosciutigli dall'ordinamento sociale. E' caratteristica dell'animo umano che dalla previsione di un godimento futuro di un bene nasca una utilità attuale: si pensi al contadino che gode a veder crescere il grano anche alla sola previsione del raccolto. Possiamo affermare che debba riconoscersi nel campo dell'Economia il momento produttivo e nel campo del Diritto il momento della proprietà.

Esattamente come diceva Giorgio Del Vecchio: " Il Diritto come principio universale dell'operare domina tutte le relazioni umane e quindi anche quelle che tendono alla soddisfazione dei bisogni ed all'acquisto dei beni materiali. In una sola parola, Il Diritto domina l'Economia ".

Uno dei maggiori difetti che oggi ammala il nostro sistema legislativo della produzione economica è, a nostro avviso, il fatto che prende in considerazione il solo momento produttivo dell'utilità mentre viene quasi del tutto ignorato a chi spetti ,e in che modo, debba essere ripartito il godimento di ricchezze prodotte dallo Stato.

Ove al giurista manchi la la legislazione nelal valutazione del procedimento produttivo, fatalmente ne risulterebbe un ordinamento anormale. ( E' questo il caso dei vari trattati europei legiferati ).

Mancando nel nostro ordinamento la previsione legislativa della ripartizione dei redditi creati dall'attività produttiva dello Stato, il momento di godimento dei beni è conseguito in base al principio della Legge del più furbo o del più forte e non in base al principio della Legge "giusta".

I gruppi di pressione non sono altro che la testimonianza vivente del caos che oggi domina nel settorre della ripartizione delle ricchezze e dei redditi prodotti dallo Stato

Giacinto Auriti - 1976