Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri - Ezra Pound

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Il Debito Pubblico nasce con lo Stato Costituzionale

Scritto da Redazione.

Con lo Stato costituzionale l'ammontare dei debiti ha superato quello della moneta

 
Gli interpreti della storia moderna credono che lo stato di diritto sia un segno di progresso. Nessuno, dico "nessuno" si è accorto che con l'avvento della carta costituzionale, lo stato ha perso il quarto potere della sovranità monetaria che è stata assunta da una società privata: la banca centrale S.p.A con scopo di lucro. La più grande truffa della storia si è realizzata infatti con la politica dei piccoli passi. La Banca d'Inghilterra nel 1694 ha emesso la sterlina-carta convertibile in oro, a richiesta del portatore. In questa prima fase, la banca poteva affermare di essere proprietaria della moneta in quanto proprietaria della riserva e quindi era legittimata ad emettere la moneta prestandola.

Tutte le banche centrali hanno seguito l'esempio della Banca d'Inghilterra ed hanno continuato ad emettere moneta prestandola anche dopo l'abolizione della convertibilità e della stessa riserva (15 agosto 1971 data della estinzione degli Accordi di Bretton Woods) facendo nascere con l'oro-carta il signoraggio bancario, con cui la banca espropria ed indebita i popoli dei valori monetari con un costo iniziale del denaro del 200% oltre gli interessi. La moneta è stata così trasformata da titolo di credito in titolo di valore convenzionale (analogo al francobollo di antiquariato), con rarità programmata e non più condizionata dalla rarità dell'oro. Con l'oro-carta e la programmazione della rarità, l'ammontare del debito nasce per un ammontare pari al doppio della moneta emessa ossia nel rapporto di 200 a 100. I popoli che creano senza costo il valore della moneta per il solo fatto che l'accettano come misura del valore e valore della misura, invece di vedere duplicata, con la propria moneta, la propria ricchezza, sono precipitati nell'angoscia dell'insolvenza ineluttabile.

Con l'avvento delle banche centrali, la sovranità politica è stata privata surrettiziamente della sovranità monetaria trasformata, dalle banche centrali, nella pianificazione dei debiti non dovuti. L'usurocrazia è nata così, come privilegio di creare a proprio favore la rendita parassitaria di signoraggio con la raffinata tecnica della truffa che ha trasformato i popoli da proprietari in debitori del proprio denaro.

Con l'avvento trionfalistico dello stato di diritto e della banca centrale si sono vissuti solo tempi in cui comandano i banchieri. La definizione data da Ezra Pound per cui i governi sono " camerieri dei banchieri " ci fa capire perché, con lo stato di diritto, è giunta l'epidemia del suicidio per debiti non dovuti in cui " i vivi invidiano i morti " in conformità della profezia della Madonna a Fatima.

Ecco perché si impone la necessità storica di attivare il quarto potere costituzionale dello tato, per cui la sovranità monetaria spetta allo stato, ed al popolo la proprietà della moneta come reddito di cittadinanza. Se non si sostituirà alla moneta nominale, debito del portatore e proprietà della banca, la moneta reale, proprietà del portatore e debito della banca, le nuove generazioni, con l'arbitraria pianificazione dei debiti non dovuti e della rarità monetaria, non avranno altra scelta che quella tra il suicidio e la disperazione.
                                  
                                Avv.prof. Giacinto Auriti

 

 

Fonte  www.abruzzopress.it  del 17-04-04

 

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Il Paradosso del Plusvalore Marxista

Scritto da Redazione.

- Messaggio rivolto al mondo del lavoro e dei sindacati -

La malattia  del  plusvalore

Nei corpi sociali le idee sbagliate sono come le malattie del corpo umano: Marx con la teoria del plusvalore ha detto che il datore di lavoro sfrutta il lavoratore appropriandosi parassitariamente del reddito di capitale. E' nato così il sindacato, strumento di rivoluzione, con lo scopo di rivendicare, sotto forma di aumento dei salari, il plusvalore.

L'errore di questa teoria sta nel fatto che, ponendosi l'ipoteca morale sul plusvalore, viene meno nel datore di lavoro l'interesse a contrarre. Si pongono così le premesse per il lavoro senza contratto che, a ben guardare, altro non è che il ritorno alla schiavitù, realizzata nel capitalismo di stato, con l'imposizione d'autorità dell'ammontare dei compensi tipica dei regimi socialisti, nel capitalismo liberale con la flessibilità dei salari. Qui il salario, arbitrariamente ridotto dai vertici bancari con le spinte inflazionistiche, non e più un diritto e nemmeno un'elemosina, ma è come il dosaggio della quantità di mangime dato dall'allevatore di bestiame secondo la regola dei massimo profitto.

Ecco perché riteniamo doveroso segnalare alla Presidenza della Repubblica, alla Corte costituzionale, al Governo, al Parlamento, al Senato, alla Magistratura dei lavoro, ai Sindacati, ai Cittadini Italiani che, con l'avvento della flessibilità salariale, l'articolo primo della Costituzione italiana è stato sostanzialmente modificato nella nuova formula: “L'Italia è una Repubblica fondata sull’usura”.

Con l'avvento dalla globalizzazione e dell'apertura dei confini alla libera concorrenza anche nel mercato dei lavoro, i sindacati sono stati sostanzialmente paralizzati e posti nella impossibilità di operare.

Se il mondo del lavoro vuole riacquistare la sua dignità giuridica e morale deve cambiare le linee strategiche della sua ideologia. Alla rivendicazione del plusvalore va sostituita la rivendicazione dei valore indotto, cioè la proprietà popolare della moneta all'atto dell'emissione come reddito di cittadinanza in attuazione peraltro del 2° co. dell'art. 42 della Costituzione Italiana che sancisce "l'accesso alla proprietà per tutti". Del resto questo principio già opera con la Cassa integrazione con cui è corrisposto al disoccupato "reddito" e non "salario", perché manca il corrispettivo dell'attività lavorativa. Se l'erogazione di reddito è un principio valido lo deve essere per tutti e non solo per i “raccomandati di ferro" (v. lavoratori Fiat   N.d.R.).

Col reddito di cittadinanza si sostituisce all'attuale (pseudo) democrazia usurocratica la democrazia integrale in cui il popolo non ha solo la sovranità politica, ma anche quella monetaria che di quella politica è parte costitutiva essenziale e quindi irrinunciabile.

In altri termini, col reddito di cittadinanza si rafforza una volta per sempre la posizione del contraente più debole e lo si pone in condizioni di poter accettare il contratto dì lavoro perché lo ha voluto e non perché è stato costretto ad accettarlo per necessità.

La differenza tra la rivendicazione dei plusvalore e del valore indotto sta nel fatto che in quello le parti sono in conflitto   per ripartire per altro un valore incerto a causa del normale rischio d'impresa   in questo le parti si uniscono per creare un valore nuovo, certo e di costo nullo, analogo a quello del francobollo d'antiquariato creato per convenzione tra collezionisti. Questo valore nuovo si aggiunge al reddito di lavoro sia per il datore di lavoro che per il lavoratore.

                                                                 Giacinto Auriti

 

Fonte: www.abruzzopress.it il 29-04- 04                                                       

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Le Inutili Manifestazioni Sindacali

Scritto da Redazione.

ELIMINARE LA CONFLITTUALITA' CONTRATTUALE

 

Flessibilità salariale e reddito di cittadinanza

    Il lavoro libero si distingue dal lavoro schiavo perché è basato sulla libera contrattazione dei compensi. Stipulare un contratto significa rispetto della parola data sia da parte del lavoratore che del datore del lavoro. Con la flessibilità salariale si altera arbitrariamente il valore del compenso corrisposto al lavoratore perché se ne svuota arbitrariamente ed unilateralmente il potere d'acquisto. Questa truffa non è imputabile al datore di lavoro, ma al vertice della banca centrale che la attua col pretesto di difendere il potere d'acquisto della moneta e lo fa nel proprio interesse in quanto ne ha la proprietà sin dall'emissione (perché emette prestando e prestare denaro è prerogativa del proprietario). In tal modo ciò che viene rispettato come obbligo contrattuale è la sola espressione numerica della somma di denaro corrisposta come salario, non il suo valore. Nelle tasche del lavoratore va infatti il valore monetario che varia col variare dell'inflazione. E siccome l'inflazione è causata, non dal datore di lavoro, ma dalla banca centrale, che ne lamenta poi la necessità di controllarla e ridurla, ed è in grado di prevederla e prevenirla perché è in grado di causarla, appare in tutta evidenza l'assurda recita quotidiana degli attori della drammatica commedia della conflittualità contrattuale: Bankitalia, Confindustria, CGIL, CISL, UIL. Chi comanda il gioco è Fazio, il padrone dei soldi che li emette prestandoli anche agli industriali. E gli industriali devono accettare le proposte di Fazio perché questi è in grado di concedere o negare il prestito di denaro di cui il mondo del lavoro ha bisogno come l'aria per respirare.

 È ovvio che il problema della conflittualità contrattuale si può risolvere solo con la proprietà popolare della moneta. Attribuendo ad ogni cittadino, all'atto dell'emissione, la sua quota di valore monetario come reddito di cittadinanza, si rafforza una volta per sempre la posizione del contraente più debole perché lo si libera dai bisogni di prima necessità. In tal modo il lavoratore accetta il contratto di lavoro perché lo ha voluto, non perché è stato costretto ad accettarlo.

 Il regime della proprietà popolare della moneta ed il reddito di cittadinanza conviene sia ai datori di lavori che ai lavoratori, perché finalmente anche per i contratti di lavoro torna a valere la regola del "tener fede alla parola data" che da affidamento e stabilità di cui oggi il mondo del lavoro ha necessità esasperata.

Va inoltre posto in evidenza che si risolverebbe anche il problema della c.d. robotizzazione. Oggi i robot sono considerati con ostilità dai sindacati perché il loro uso aumenta la disoccupazione. Attribuendo al cittadino il reddito monetario di cittadinanza esso potrà essere utilizzato per comprare i prodotti dei robot a prezzi più bassi per la riduzione dei costi, realizzando così anche una politica di deflazione monetaria.

Ultimo, ma non minore argomento, è la circostanza che col reddito di cittadinanza si darebbe attuazione al 2° comma dell'art. 42 della Costituzione Italiana che sancisce l'accesso alla proprietà per tutti in un diritto sociale universale. Questa norma è stata sistematicamente ignorata da tutti i governi di uno stato che pur si dichiara costituzionale, a conferma della regola pancia piena non crede a pancia vuota, che pur essendo ignorata dalla Costituzione ha tuttavia piena rilevanza giuridica.                                                                         

                                                                                             Giacinto Auriti

                                                                   Segretario generale del Sindacato Antiusura SAUS

 

Fonte : http://www.abruzzopress.info/ . 20 Agosto 2001

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NOI siamo per la Proprietà della Moneta

Scritto da Redazione.

no  bene   pro   toto   libertas   venditur   auro

NOI  SIAMO  PER  LA  PROPRIETÀ’  POPOLARE  DELLA   MONETA

RIPRENDIAMOCI LA PROPRIETÀ’ DEI NOSTRI SOLDI

Oggi la moneta nasce di proprietà della banca che la emette PRESTANDOLA  ai cittadini. Noi vogliamo che nasca di proprietà dei cittadini e che sia accreditata ad ognuno come "REDDITO DI CITTADINANZA". 

In Italia per scrivere questa frase sono stati necessari 36 anni di studi e ricerche  universitarie, condotte dal Prof. Avv. Giacinto AURITI attraverso tesi di laurea, convegni ecc. Questi studi sono stati effettuati nell’Università degli Studi di Teramo presso la Facoltà di Giurisprudenza  e presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

" Proposta di un regime monetario uniforme, in cui la persona umana(*) sia padrone e non debitore della sua moneta "

MANIFESTO per la GIUSTIZIA MONETARIA

Per garantire la moneta come strumento di diritto sociale vanno rispettati i seguenti principi:

1) Moneta di proprietà del portatore;

2) Senza riserva;

3) Rarità monetaria controllata e finalizzata agli interessi sociali e non a quelli dell'usura;

4) Reddito monetario di cittadinanza;

5) Codice dei redditi sociali;

6) Trattenuta all'origine dei fondi per esigenze fiscali di pubblica utilità;

7) Moratoria dei debiti (ed eventuale sciopero dei debitori) in attesa dell'accertamento della proprietà dei valori monetari e della relativa compensazione di dare-avere;

8) Costituzione di un Dicastero per il risarcimento danni da usura (analogo al risarcimento per danni di guerra);

9) Divieto di Signoraggio: tutti possono prestare moneta tranne chi la emette;

Manifesto presentato dal Prof. Avv. Giacinto AURITI  segretario generale dell’allora Sindacato Antiusura (S.A.U.S.) al convegno di Guardiagrele (CH) intitolato "Giustizia monetaria" del 13-09-02.  on line su You Tube in  S.AU.S.TV 2 - sezione "miscellanea"

   

 (*) E non persona giuridica (Enti di Stato, multinazionali, s.p.a. ecc..)

                                              

 Segue disegno di legge con cui si chiede che l’ euro sia riconosciuto di proprietà del popolo europeo; va, altresì precisato, che le medesime iniziative vanno intraprese in tutte le nazioni, sicchè ogni popolo sia proprietario della sua moneta.

DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

(Ai sensi dell'art. 71 della Costituzione Italiana)

EURO PROPRIETÀ DEI CITTADINI EUROPEI

Art. 1 - L'EURO, all'atto dell'accettazione, nasce di proprietà dei cittadini ed è acquisito a tal fine nella disponibilità degli Stati Membri aderenti al Trattato di Maastricht. L'EURO è pertanto proprietà del portatore.

Art. 2 - Ad ogni cittadino è attribuito un codice dei redditi sociali, mediante il quale gli viene accreditata la quota di reddito causato dall’accettazione monetaria e da altre eventuali fonti di reddito in attuazione del 2° co. dell'art. 42 della Costituzione.

Art. 3 - Accettata la proprietà dell'EURO in rappresentanza della collettività nazionale, il Governo è legittimato a trattenere all'origine quanto necessario per esigenze fiscali di pubblica utilità.

Art. 4 - Norma transitoria. E' concessa la moratoria dei debiti a richiesta di parte in attesa che si accerti di chi sia la proprietà dell'EURO all'atto dell'emissione.

Disegno di Legge proposto dal Sindacato S.A.US.. Segretario Generale:

Prof. Avv. Giacinto Auriti