Questo specifico biglietto, recante la lettera “S”, è stato prodotto per la Banca d’Italia.
I codici nazionali sono di seguito elencati
Negli ultimi anni la crisi economica ha portato in Italia e anche in molti paesi europei, numerose teorie monetarie tutte intente a dare una spiegazione, e quindi una loro soluzione, al problema del peggioramento delle condizioni economiche.
L’imputato unico è indicato nell’Euro, definito come una “moneta straniera” dai molti nuovi esperti monetari, dimenticando come la crisi abbia investito molti paesi non appartenenti all’Euro-zona.
La forza mediatica di questa definizione di moneta straniera ne ha fatto un mantra del monetarismo sia sul web che per alcuni mass-media dove spesso si assiste a discussioni tra personaggi, più o meno noti, o anche tra semplici cittadini, in cui la frase “ora dobbiamo prendere in prestito una moneta straniera”, è divenuta comune e una giustificazione per il ritorno alla lira, considerata la panacea di tutti i mali.
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Ed anche il prof. Alberto Bagnai dà ragione ad Auriti quando parla di Euro come moneta di sudditanza del Dollaro.
La notizia è stata riportata dal sito L'ANTIDIPLOMATICO . Inconsapevolmente o meno, il prof. Bagnai conferma ciò che disse Auriti quando parlò, in tempi non sospetti, di " Euro moneta coloniale del Dollaro" .
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Nell'aprile del 2011 l'allora governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, partecipò all'inaugurazione della mostra “ La moneta dell'Italia Unita: dalla Lira all'Euro” in occasione del 150° anniversario dell'unità d'Italia. In tale occasione fece un intervento che squarciò il velo sulla reale concezione di moneta smontando le teorie economiche che identificano la moneta come merce. Ma in quelle dichiarazioni diede implicitamente ragione ad Auriti parlando di “valore della moneta per fiducia” e di “potere di acquisto” della moneta. Quello che Auriti chiamava VALORE INDOTTO.
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Per una volta dobbiamo dare ragione alla BCE per l'approvazione del governo italiano ( e non solo ) della Legge Delega che recepisce la Direttiva UE2013/36 per le modifiche al Testo Unico Bancario in cui si prevede che le perdite delle banche non saranno più a carico dello Stato con soldi pubblici ed ulteriore tassazione ( ricordiamo tutti i 4 miliardi di I.M.U. che servirono per salvare il Monte dei Paschi ) ma saranno a carico dei clienti con depositi superiori ai 100.000 euro e a carico dei detentori di titoli azionari delle stesse banche in perdita. In gergo chiamato Bail-In
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